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Il segmento testuale Stati U è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 75Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 812

Brano: Puerto Rica

Giancarlo Puecher, Tipografia Pi nel I i, Milano, 1945; Mario De Micheli, Uomini sui monti, Editori Riuniti, Roma, 1953.

Fr.Fu.

Puerto Rico

Stato libero associato agli Stati Uniti. Ha una superficie di 8.897 kmq, comprendente la minore delle Grandi Antille e tre altre isole: Veques (133,9 kmq), Culebra (28,5 kmq) e Mona (50,5 kmq).

Ha una popolazione di 3.200.000 abitanti (1978) per l’85% cattolica.

La capitale è San Juan (790.000 abitanti), sulla costa atlantica. Le altre città più importanti sono Bayamont (147.000), Ponce (128.000), Carolina (94.000).

La maggior parte della popolazione è costituita da meticci, con minoranze indie (Boriquen e Arawak). Lingue ufficiali sono l’inglese e lo spagnolo, madre lingua della maggioranza della popolazione. L’econom[...]

[...]volta in lotta per I’ indipendenza, venne rapidamente stroncato, ma la Spagna dovette concedere a Puerto Rico Io status di provincia.

Abolita la schiavitù nel 1897, la Spagna consentì all’isola un governo autonomo, una costituzione e un Parlamento in parte elettivo, riservando alla corona spagnola il diritto di veto su qualsiasi decisione. L’anno dopo, in seguito alla guerra ispanoamericana, la Spagna sconfitta dovette cedere Puerto Rico agli Stati Uniti.

Dominazione U.S.A.

Dopo due anni di occupazione militare, nel 1900 gli Stati Uniti decisero di istituire nell’isola un governo civile fondato sul Foretaker Act, secondo il quale il governatore e i membri della Camera alta venivano nominati dal presidente U.S.A.. I portoricani non divennero cittadini americani e potevano mantenere la cittadinanza spagnola. Quantunque in quegli anni si svolgesse negli U.S.A. un acceso dibattito sull’imperialismo (in particolare sull’opportunità di annettere le Filippine), l’annessione di Puerto Rico fu pacificamente accolta dagli « antimperialisti » che riconoscevano l'importanza vitale, strategica ed economica dell’isola per gli Stati Un[...]

[...]a venivano nominati dal presidente U.S.A.. I portoricani non divennero cittadini americani e potevano mantenere la cittadinanza spagnola. Quantunque in quegli anni si svolgesse negli U.S.A. un acceso dibattito sull’imperialismo (in particolare sull’opportunità di annettere le Filippine), l’annessione di Puerto Rico fu pacificamente accolta dagli « antimperialisti » che riconoscevano l'importanza vitale, strategica ed economica dell’isola per gli Stati Uniti.

I primi governi si preoccuparono perciò soprattutto di « americanizzare » le istituzioni portoricane, contro una forte opposizione locale facente capo a Luis Munos Rivera (che aveva combattuto per l’autonomia sotto la Spagna). La struttura economica dell’isola cambiò rapidamente: venne instaurata la monocoltura dello zucchero (nel

1920 il 75% della popolazione lavorava in questo settore) e Portorico cominciò a diventare per il capitalismo statunitense una riserva di manodopera a basso costo, anche se scarsamente qualificata.

In risposta alle pressioni degli isolani che rivendica[...]

[...]ltura dello zucchero (nel

1920 il 75% della popolazione lavorava in questo settore) e Portorico cominciò a diventare per il capitalismo statunitense una riserva di manodopera a basso costo, anche se scarsamente qualificata.

In risposta alle pressioni degli isolani che rivendicavano una forma di governo più liberale, nel 1917 fu emanato il Jones Act, attraverso il quale Puerto Rico divenne un territorio organizzato, ma non incorporato negli Stati Uniti. Durante la Prima guerra mondiale fu poi « concesso » ai portoricani di entrare a far parte deU’esercito americano. Gli abitanti dell’isola da allora furono formalmente considerati cittadini statunitensi e il corpo legislativo divenne elettivo, ma le nomine del

governatore, dei giudici della Corte suprema e dei commissari all’educazione restarono prerogativa del presidente degli Stati Uniti.

I portoricani che vivono a Portorico non possono tuttora partecipare alle elezioni americane e, del diritto di voto, godono so

lo quelli trasferitisi negli Stati Uniti. L’unico rappresentante di Puerto Rico a Washington è un commissario residente (eletto dalla popolazione), che ha lo status e i doveri di un membro del Congresso americano ma non vota.

La crisi economica statunitense all’inizio degli anni Trenta si ripercosse duramente sulla popolazione portoricana, inducendo il piccolo partito nazionalista a scendere in campo, unitamente al Partito socialista, per chiedere riforme sociali ed economiche, ma nel 193536 i principali leader del movimento vennero imprigionati. I sostenitori dell’autonomia dell’isola erano d’altra parte divisi al loro inter[...]

[...]polazione portoricana, inducendo il piccolo partito nazionalista a scendere in campo, unitamente al Partito socialista, per chiedere riforme sociali ed economiche, ma nel 193536 i principali leader del movimento vennero imprigionati. I sostenitori dell’autonomia dell’isola erano d’altra parte divisi al loro interno: mentre alcuni si battevano per l’indipendenza totale, altri sostenevano la necessità di farsi garantire un appoggio economico dagli Stati Uniti.

Nel 1940 il Popular Democratic Party, guidato da Luis Munoz Marin, sostenuto dagli indipendentisti e dall’elettorato contadino, vinse le elezioni. La vittoria di Luis Munoz Marin venne riconfermata dalle elezioni del

1944, ma la sua politica, di stampo rooseveltiano, non poteva porre riparo a una situazione economica contrassegnata da pesanti sacche di povertà, con un distacco netto tra oligarchia terriera e peones.

Nel 1946 il presidente americano Harry Truman nominò per la prima volta governatore un portoricano (Jesus T. Pinero) e l’anno successivo venne concesso che questi no[...]

[...]enne riconfermata dalle elezioni del

1944, ma la sua politica, di stampo rooseveltiano, non poteva porre riparo a una situazione economica contrassegnata da pesanti sacche di povertà, con un distacco netto tra oligarchia terriera e peones.

Nel 1946 il presidente americano Harry Truman nominò per la prima volta governatore un portoricano (Jesus T. Pinero) e l’anno successivo venne concesso che questi nominasse i ministri.

Il 3.9.1950 gli Stati Uniti riconobbero agli abitanti di Puerto Rico il diritto di stendere la propria Costituzione attraverso una Convenzione Costituzionale e, nonostante che centinaia di nazionalisti si rivoltassero (ottobre 1950) contro il contenuto moderato di questa, nel 1951 la popolazione portoricana, chiamata a un referendum, la accettò.

Nel 1952 l’isola divenne Commonwealth of Puerto Rico, cioè « Stato libero associato » agli U.S.A., con una limitata autonomia locale, escludente la moneta e il sistema difensivo. Quindi, di fatto, le decisioni più importanti continuavano a rimanere prerogative degli U.S.A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 813

Brano: Puerto Ri co

dentisti che, fondato un Partito indipendentista moderato, dal 1952 al 1956 divennero la seconda forza politica locale.

In campo economico, gli effetti del nuovo assetto politico non tardarono a manifestarsi: esonerata dal pagamento di tasse agli Stati Uniti e lasciata a questi la difesa dell'isola (diventata di fatto una base americana), la classe imprenditoriale potè usufruire di un rapido sviluppo, favorito dalla presenza di manodopera a basso costo e da una legislazione fiscale particolarmente compiacente verso il capitale straniero (soprattutto U.S.A.) non tenuto a pagare imposté né a Puerto Rico né agli Stati Uniti.

Il boom degli anni Cinquanta aveva come contropartita una crescente dipendenza economica dagli U.S.A. che praticamente monopolizzavano l’interscambio commerciale.

Emigrazione portoricana negli U.S.A.

Oltre a essere una manna per gli investimenti delle multinazionali U.S.A. (300 delle quali detengono il 75% dell’attività economica portoricana, soprattutto mineraria e industriale), Puerto Rico costituisce per gli Stati Uniti uno straordinario serbatoio di forza lavoro, al quale attingere per ogni necessità. Dalla fine della Seconda guerra mondiale l'emigrazione verso gli Stati Uniti ha costituito una delle principali valvole di sfogo della economia dell’isola che, in conseguenza del costante flusso migratorio, nel 1960 registrò (nonostante la prolificità dei suoi abitanti) una crescita demografica pressoché nulla. Dal 1960 al 1965 l’emigrazione diminuì, ma dal 1965 è nuovamente aumentata. Sta di fatto che, su 5 milioni di portoricani, oltre 2 milioni vivono aH’estero, per lo più negli U.S.A.. La maggior parte degli emigrati portoricani si è stabilita nello Stato di New York, tanto che al censimento del 1970 se ne registravano qui 870.000. Successivamente cominciarono[...]

[...]cità dei suoi abitanti) una crescita demografica pressoché nulla. Dal 1960 al 1965 l’emigrazione diminuì, ma dal 1965 è nuovamente aumentata. Sta di fatto che, su 5 milioni di portoricani, oltre 2 milioni vivono aH’estero, per lo più negli U.S.A.. La maggior parte degli emigrati portoricani si è stabilita nello Stato di New York, tanto che al censimento del 1970 se ne registravano qui 870.000. Successivamente cominciarono a formarsi in tutti gli Stati Uniti insediamenti portoricani per Io più provenienti da zone rurali, con basso livello di istruzione e scarsa conoscenza della lingua inglese, quindi facilmente utilizzabili come massa di manovra passiva nel mercato di lavoro.

Le condizioni di segregazione e di povertà in cui vengono costrette a vivere le comunità portoricane immigrate sono inoltre alla base di numerosi conflitti razziali con altre minoranze oppresse negli Stati Uniti, a cominciare da quella nera.

Lo scontento per la condizione coloniale in cui è venuta a trovarsi l’economia portoricana decretò la sconfitta del Popular Democratic Party alle elezioni del 1969, vinte dal Nuevo Partito Progresista, guidato da Luis Ferre che, nel 1967, era stato uno dei più forti sostenitori dell’unione di Puerto Rico agli Stati Uniti.

Le elezioni del 1976 videro confermata l’ascesa del Nuevo Partito Progresista, questa volta guidato da Carlos Romero Baralo e con un programma di lotta contro la corruzione della precedente amministrazione. Queste elezioni hanno però registrato anche un ulteriore rafforzamento deH’americanizzazione del paese, rimasto insieme a Cuba l'ultima roccaforte della cultura spagnola nei Caraibi.

Crisi economica

Alla base delle richieste di ammissione all'Unione statunitense stanno anzitutto ragioni di carattere economico. Negli ultimi quindici anni il paese ha avuto uno sviluppo economic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 173

Brano: [...]legislazione parzialmente riformista (il Fair Deal) che prevedeva iniziative in campo edilizio e medico, l’abolizione della legislazione antisindacale e una legge sui diritti civili.

Alle elezioni del 1948 egli venne così riconfermato alla presidenza, con l’appoggio dell'apparato del partito, tra cui Eleanor Roosevelt (v.).

Guerra fredda

Strettamente legati a quelli interni furono i problemi di definizione del nuovo ruolo mondiale degli Stati Uniti, emersi come potenza egemone in seguito al crollo dell'impero britannico. Gli stessi obiettivi interni di espansione “illimitata” indussero l'amministrazione Truman a proseguire una riforma del sistema economico mondiale che garantisse agli Stati Uniti pieno accesso alle fonti di materie prime e ai mercati d’e

II presidente Harry Truman

sportazione sulla base del multilateralismo (v. Neocolonialismo).

In un primo tempo l’intervento fu limitato al livello economico, con la strumentalizzazione del complesso sistema delle riparazioni, dei crediti e dei prestiti (v. Marshall, Piano) come arma di contrattazione nei confronti dei paesi europei che manifestavano preoccupanti tendenze a tornare al vecchio sistema di rapporti bilaterali. Ma, a partire dalla crisi europea del 1947, la necessità di imporre a un Congresso conservatore il g[...]

[...] la quale il presidente propose la concessione di sostanziosi aiuti, oltre a Grecia e Turchia, a tutti i paesi minacciati dalla presunta aggressione comunista, sia interna che esterna. Tali aiuti venivano giustificati sulla base del nuovo principio della « sicurezza nazionale », in base al quale ogni tentativo sovietico di esercitare una qualche influenza fuori dai propri confini andava interpretato come una minaccia agli interessi globali degli Stati Uniti ed alla loro sicurezza: il vecchio alleato del tempo di guerra era.quindi diventato per il governo americano un nemico mortale, covo della rivoluzione internazionale. Sempre più frequenti furono da quel momento le crisi internazionali, come quella di Berlino nel 1948 (v. Germania). Corollario della “dottrina Truman” fu il già ricordato Piano Marshall, annunciato nel 1948, che mirava ad

accelerare la ripresa economica dei paesi europei sottraendoli ai richiami del « comuniSmo della pancia vuota » e soprattutto a orientare la ripresa europea secondo le esigenze del capitalismo americano.[...]

[...]scista denominata Partito rivoluzionario popolaristico, che nel corso del 1940 si riuniva in una sala del Seminario di Tivoli, fu arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, il 17.9.1941 fu condannato a 8 anni di reclusione.

Trust

Unione monopolistica nella quale un gruppo di proprietari industriali delegavano i poteri direzionali a un comitato ristretto di propri fiduciari, il trust ebbe origine come forma di organizzazione economica negli Stati Uniti nella seconda metà dell'Ottocento. Il suo sorgere fu determinato dalla possibilità di concentrare il capitale in poche mani in una fase di rapido sviluppo dell'industria e dell'accumulazione capitalistica.

Dapprima semplice intesa, segreta

o pubblica, tra industriali concorren



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 125

Brano: [...]ri Editore, Bologna 1981.

R.Fr.

Tresca, Carlo

N. a Sulmona (L'Aquila) il 9.3.1879, m. a New York (U.S.A.) I’11.1.1943; sindacalista.

Figlio di un proprietario terriero caduto in miseria, dovette interrompere gli studi e si diede all’attività sindacale, diventando segretario della Federazione anconetana del sindacato ferrovieri. Si volse poi ai problemi dei contadini, fondando e dirigendo il settimanale socialista “// Germe”.

Negli Stati Uniti

Nel 1904, condannato per diffama

zione a 1 anno di carcere e 6 mesi di assegnazione al confino, aiutato da socialisti emigrati negli Stati Uniti riparò oltreoceano per sfuggire alla pena.

Rimase quattro anni a Filadelfia (dove venne raggiunto dalla moglie Helga) dirigendo l’organo della Federazione socialista italiana “Il Proletario”. Nel 1906 abbandonò i socialisti e si rivolse all’anarchismo, legandosi a Errico Malatesta che, in quegli anni, si trovava in America. Tresca si trasferì a Pittsburgh e fondò “La Plebe”. Nel 1908 subì una condanna per aver diffamato il console italiano della città e, più tardi, anche il suo giornale fu soppresso.

L’appoggio dato da Tresca al sindacato Industriai Workers of thè World (I.W.W.) e l[...]

[...]uscitò l’indignazione dell’opinione pubblica e il presidente americano Coolidge fu costretto a intervenire, riducendo la pena a 4 mesi.

Negli anni successivi, con le sue campagne contro il fascismo e lo stalinismo Tresca si acquistò la stima del sindacalismo ufficiale americano e, dopo l’entrata degli U.S.A. nella Seconda guerra mondiale, fu chiamato a collaborare con \ servizi americani che avevano il compito di predisporre la politica degli Stati Uniti nell’Italia liberata. Nel contempo, divenne un esponente della Mazzini Society, l’organizzazione degli esuli antifascisti italiani nelle Americhe a guida democraticoborghese e anticomunista.

La notte dell’11.1.1943, mentre usciva dal suo ufficio di New York, venne ucciso da un ignoto sicario. Alla sua morte si scatenò una campagna di stampa, nella quale vennero avanzate le ipotesi più diverse sui mandanti del crimine, in genere individuati tra i comunisti o i fascisti. Per indagare sul delitto fu costituita una commissione d’inchiesta presieduta dal socialista Norman Thomas, ma le inda[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 678

Brano: Stati Uniti d’America

stici e del Terzo Mondo in un sistema “globale” dominato dagli U.S.A., esponendole nel contempo alle oscillazioni della politica statunitense. Spesso gli U.S.A. sono ricorsi all’intervento armato, diretto

o indiretto, in paesi che minacciano di sfuggire al loro controllo, una politica questa che insieme rafforza e conferma il peso esercitato dal cosiddetto “complesso militareindustriale”, principale ispiratore della corsa al riarmo.

La rivoluzione americana

La rivoluzione americana costituì, insieme a quella francese, l’avanguardia delle lotte ottocentesche per la is[...]

[...]con interessi ben distinti, che intrattenevano con la Corona inglese rapporti di vario tipo: così, al gruppo più legato alì'establishment inglese (quello di Washington) faceva riscontro nel Sud il giacobinismo illuminista e filofrancese di Jefferson; agli obiettivi di autonomia commerciale e di moderatismo politico dei commercianti bostoniani, l’egualitarismo dei coloni della Pennsylvania. In tale contesto, la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti (4.7. 1776), affermando solennemente l’uguaglianza degli uomini e il loro diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità, sancì la presa di coscienza degli elementi borghesi delle colonie e il passaggio dalla deferential society alla società di eguali.

L'ordinamento del nuovo Stato federale venne definito con gli “Articoli di confederazione” tra gli Stati (1781), che lasciavano peraltro ampia autonomia ai singoli membri. La debolezza della Federazione, specie sul piano fiscale, le impedì di reagire alla crisi economica e sociale del dopoguerra (17841788); episodi di ribe[...]

[...]nazionali) erano fautori di un rafforzamento della democrazia locale e dell’autonomia degli Stati da un governo centrale e inaccessibile; sul piano internazionale, essi manifestavano simpatie per la Francia rivoluzionaria. I “federalisti” di Hamilton (rappresentanti dei finanzieri, dei commercianti e degli industriali della costa orientale) erano invece interessati a sviluppare attraverso un forte governo centrale i traffici internazionali degli Stati Uniti; quindi essi erano anglofili per interessi commerciali e per paura della rivoluzione.

La Costituzione, ratificata il 3.9.1788, rappresentò un compromesso tra le due posizioni: se i federalisti ottennero il rafforzamento degli organi centrali da loro richiesto, i loro avversari conquistarono con il Bill of Rights e una serie di emendamenti (1791) il riconoscimento dei diritti dei singoli Stati e dei cittadini contro gli “eccessi” della centralizzazione.

In questa prima fase, la politica estera americana venne dominata dai principi deM’isolazionismo (v.), sia pur temperati daH’ammissi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 502

Brano: Appendice

veniva conferito, nel 1971, il Premio Nobel per la pace.

Dopo le sue dimissioni dal governo, è stato nominato presidente della Internazionale socialista, al vertice della quale ha continuato a svolgere una intensa attività politica.

Braun, Wernher von

N. nella Posnania (Polonia occidentale) il 23.3.1912, m. negli Stati Uniti il 17.6.1977; tecnico aerospaziale.

Laureato in fisica e in scienze naturali presso il Politecnico di Berlino, già a vent'anni si dedicava al

lo studio dei razzi balistici e dal 1934 collaborò con l’ingegnere Walter Dornberger al lancio di razzi sperimentali per uso militare. Due anni dopo, quando il successo di questi esperimenti cominciò a interessare le autorità naziste, i due ottennero finanziamenti e poterono costruire una base di ricerca in un’isola del mar Baltico. Qui nel

1942 furono costruiti i primi missili, da cui sarebbero derivate le famose V, e V2 (sigle tratte da V[...]

[...]mùnde (al quale von Braun scampò fortunosamente), migliaia di “siluri volanti” furono prodotti (facendo ricorso anche al lavoro dei deportati) e, dal giugno 1944 in poi, lanciati su Londra. Le nuove armi provocarono molte migliaia di vittime tra la popolazione civile, anche se non raggiunsero i risultati sperati.

Al termine del conflitto mondiale von Braun si consegnò agli americani che lo trattarono con tutti gli onori, lo trasferirono negli Stati Uniti, lo naturalizzarono cittadino americano e gli misero a disposizione i mezzi necessari a continuare le sue ricerche. Nominato direttore del Gruppo per lo sviluppo dei missili, progettò lo Jupiter e il Vanguard, usati per mettere in orbita i satelliti artificiali e previsti anche come vettori di testate nucleari su distanze intercontinentali. Dopo essere stato nominato viceamministratore della N.A.S.A. (l’ente nazionale aeronautico e spaziale americano), si dimise dall'incarico nel 1972 per assumere la ben retribuita vicepresjdenza di una grande industria privata.

Breznev, Leonida

N. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 542

Brano: [...]i dal movimento Mizrahi (Federazione dei sionisti religiosi, fondata nel 1902) e della sua ala operaia, che diede vita al Partito nazionale religioso Mafdal, la proposta di Herzl suscitò molte obiezioni: avversavano la nuova ideologia gli ebrei conservatori che restavano fermi nella loro attesa messianica e criticavano il carattere troppo laico del movimento sionista, ma opposizioni decise vennero anche dagli ebrei dell'Europa occidentale, degli Stati Uniti e, in misura meno decisa, da quelli dell’Europa orientale. Non erano sionisti, nella grande maggioranza, gli ebrei residenti nei paesi arabi e neppure lo erano quelli che, essendosi ben assimilati nei vari paesi, vedevano nel movimento promosso da Herzl una minaccia contro la loro legittima appartenenza alle varie nazioni. Inoltre avversavano la nuova ideologia numerosi ebrei socialisti (altri divennero invece sionisti), ritenendo che l’avvento del

Theodor Herzl

socialismo su scala internazionale avrebbe definitivamente emancipato l’intera umanità, compresi quindi gli ebrei dovunque[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 95

Brano: [...]ebbraio del 1941. Nell’ottobre 1942 risultarono autorizzati 241 cambiamenti di cognome.

Fin dal 28.10.1941, 5.966 ebrei avevano lasciato per sempre l’Italia. Gli ebrei stranieri presenti in Italia al momento dell'entrata in vigore delle leggi razziali erano circa 10 m;Ia. Tra gli ebrei italiani che presero la via dell’esìlio vi furono numerosi giovani scienziati, tra i qua

li Enrico Fermi e Bruno Pontecorvo;

il primo trovò rifugio negli Stati Uniti, l’altro in Francia.

Gli ebrei e l’antifascismo

Se l’identificazione degli ebrei con l’antifascismo, sostenuta strumentalmente dai fascisti e dai tedeschi, non aveva corrisposto a verità fino al 1938, è un fatto che l’introduzione delle leggi razziste, oltre a ispirare sentimenti di ribellione nella grande maggioranza degli italiani, diede corpo a un movimento antifascista ebraico in quanto tale. È vero, d’altra parte, che molti ebrei avevano militato fin dalle origini nei movimenti e nei partiti antifascisti (ma ancor più numerosi erano quelli che militavano nel Partito fascista e [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 672

Brano: [...]uperamento teorico e pratico dei contrasti prebellici presenti nel campo socialista, « Politica socialista » cercò di collegarsi al revisionismo europeo degli anni Trenta, nel cui alveo ricondusse tuttavia i vecchi temi. Tasca rivolse infatti una certa attenzione alle ideologie planiste propagandate dai socialisti belgi (Magnus, « Il piano De Man », n. 4, agosto 1935), come pure all’esperimento di intervento statale inaugurato da Roosevelt negli Stati Uniti (v. New Deal), ma anziché rinnovare il vecchio riformismo, la rivista Io ripresentò sotto altre forme.

Polizia

Parlando della polizia, è sempre necessario distinguere: a) la polizia come organizzazione, b) la polizia come « legislazione », c) la polizia come attività concreta, di sicurezza o giudiziaria. Questo principio va tenuto presente anche quando si parla del regime fascista.

Polizia come organizzazione

Per ciò che concerne gli apparati (l’organizzazione), il regime fascista mantenne in piedi tutti gli apparati preesistenti, propri dello Stato liberale. Le molte polizie [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 247

Brano: [...]
Il 26 ottobre, con l’eliminazione delle ultime sacche tedesche nella zona di Satu Mare e di Carei, l’intera Romania era liberata. Le operazioni continuarono quindi oltre i suoi confini: più di 540.000 soldati romeni parteciparono alla liberazione dell’Ungheria e della Cecoslovacchia, avendo 170.000 caduti tra morti e feriti. Nonostante questo grande contributo alla guerra contro i tedeschi, la Romania non ebbe riconosciuto (per l’opposizione di Stati Uniti e Gran Bretagna) lo status di cobelligerante.

Secondo dopoguerra

A Liberazione avvenuta, i partiti che costituivano il Blocco nazionaldemocratico si trovarono in disaccordo sull’assetto politico da dare al paese. Mentre il re e i leader dei partiti nazionalcontadino e nazionalliberale tendevano al ripristino del vecchio regime prefascista, le forze di sinistra propugnavano l’instaurazione di una democrazia popolare che attuasse profonde riforme strutturali, prima tra tutte quella agraria. Si ebbe così un periodo di aspra lotta politica, contrassegnata da ripetute crisi ministeriali [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Stati U, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---comunista <---socialista <---Storia <---fascismo <---fascista <---fascisti <---socialisti <---Diritto <---Partito comunista <---U.S.A. <---comunisti <---italiana <---italiano <---P.S.I. <---antifascista <---antifascisti <---capitalismo <---nazionalista <---nazisti <---Editori Riuniti <---Fisica <---Popular Democratic Party <---Pratica <---Puerto Rico <---Repubbliche Socialiste Sovietiche <---Terzo Mondo <---anticomunista <---conservatorismo <---imperialismo <---indipendentista <---italiane <---italiani <---riformista <---socialismo <---Agraria <---Alberto Argentieri <---Alleati in Germania <---Anno II <---Benedetto Croce <---Bibliografia <---Bruno Buozzi <---Bruno Pontecorvo <---Buffarini-Guidi <---C.C. <---Carlos Romero Baralo <---Comitato centrale <---Comune di Mondovì <---Comune di Pistoia <---De Gasperi <---Demografia <---Dominazione U <---Dominazione U S <---Donati a Vittorio <---Dreyfus in Francia <---E.G.E.L.I. <---Ed Read <---Edizioni TEMI <---El Grito de Lares <---Eleanor Roosevelt <---Enrico Fermi <---Errico Malatesta <---Esteri Mihail Antonescu <---Food Stamp Program <---Formiggini a Carlo Rosselli <---G.L. <---George Washington <---Giancarlo Puecher <---Gianna Manzini <---Giuseppe Manzini <---Gran Bretagna <---Gruppo Divisioni Autonome <---Ha-Levi <---I.W.W. <---Il Martello <---Il Proletario <---Il fronte unico <---In Gran Bretagna <---Inchiesta di Ed Read <---Industriai Workers <---Juan Ponce <---La Plebe <---La difesa <---La guerra <---La lotta <---La notte <---La sera <---Le Chapelier <---Logica <---Luigi Della Torre <---Luis Munos Rivera <---Luis Munoz Marin <---Magré di Schio <---Mario Falco <---Membro del Comitato <---Moses Hess <---N.A.S.A. <---N.A.T.O. <---Nazioni Unite <---New Deal <---Norman Thomas <---Nuevo Partito Progresista <---Nuovi Sentieri Editore <---O.N.U. <---Ovadià da Bertinoro <---P.C. <---P.C.I. <---P.C.U.S. <---Parlamento di Londra <---Piano Marshall <---Piero Cosa <---Politecnico di Berlino <---Pubblicazioni di Verifiche <---Puerto Ri <---Puerto Rico Io <---R.S.I. <---R.S.S. <---Ramon Emeterio Betances <---Renzo Francescotti <---Resistenza nel Trentino <---Rico a Washington <---Roosevelt negli Stati <---Russia nella Grande <---S.M.I. <---San Giorgio <---San Juan Bautista <---San Marcello Pistoiese <---Santo Stefano <---Scienze <---Scienze naturali <---Seminario di Tivoli <---Stato di New York <---Stato di diritto <---Stato fascista <---Storia del Trentino <---Theodor Herzl <---Trattato di Rapallo <---Tullio Levi Civita <---U.R.S.S. <---Union Act <---Vittorio Eoa <---anarchismo <---anticomunismo <---antifascismo <---antifederalisti <---antimperialisti <---antiriformisti <---antisemitismo <---ariano <---artigiani <---attivisti <---bellicismo <---bostoniani <---cialisti <---colonialista <---dell'Europa <---dell'Italia <---digbiano <---ebraismo <---egualitarismo <---emiliane <---federalisti <---giacobinismo <---giolittiano <---globalismo <---ideologia <---ideologie <---illuminista <---indipendentisti <---interventismo <---isolazionismo <---keynesiano <---liberalismo <---marxismo <---marxisti <---massimalista <---minacciano <---mitismo <---moderatismo <---nazifascismo <---nazionalismo <---nazionalisti <---nazismo <---nazista <---naziste <---neutralismo <---ordinovista <---planiste <---prefascista <---professionisti <---ralismo <---razzismo <---razzista <---razziste <---revisionismo <---riformismo <---rooseveltiani <---rooseveltiano <---separatisti <---siciliani <---sindacalismo <---sindacalista <---sionismo <---sionista <---sionisti <---siste <---solinismo <---staliniana <---stalinismo <---talmudista



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